Ministri Ue hanno raggiunto un accordo sulla riforma del data protection, aprendo la via ai negoziati con l’Europarlamento sul testo finale che è atteso per il 24 giugno in modo da poter approvare le nuove norme entro il 2015.
L’obiettivo delle nuove disposizioni, che sostituiranno la vecchia Direttiva del 1995 in materia, è di garantire ai consumatori un maggior controllo dei propri dati personali, specie su internet.
Le nuove norme sono più rigorose per quanto riguarda i sistemi usati per raccogliere e usare i dati degli utenti, il diritto all’oblio per quelli non più utilizzati, lo scambio di informazioni personali tra piattaforme concorrenti come i social network, i limiti sulla profilazione automatica e sul ruolo dei regolatori e degli individui in merito alle denunce di possibili violazioni della sicurezza.
I Ministri hanno anche approvato la proposta della Commissione Ue che prevede multe più salate per i trasgressori che potranno arrivare fino a 1 milione di euro o al 2% del fatturato globale.
Ecco alcuni punti salienti della riforma:
- Un unico continente, un’unica normativa – Il regolamento varerà un corpus unico di norme sulla protezione dei dati, valido in tutta l’Ue. Dovendo conformarsi a una sola normativa anziché a 28, le imprese risparmieranno circa 2,3 miliardi di euro l’anno. Inoltre, le nuove norme andranno in particolare a beneficio delle piccole e medie imprese (PMI), per le quali ridurranno gli oneri burocratici. Saranno aboliti gli oneri amministrativi inutili, come le prescrizioni in materia di comunicazione a carico delle imprese, misura che permetterà, da sola, un risparmio di 130 milioni di euro l’anno;
- Diritti più numerosi e rafforzati – Sarà potenziato il diritto all’oblio. Quando il cittadino non vuole più che i dati che lo riguardano siano trattati e non sussistono motivi legittimi per conservarli, il responsabile del trattamento deve cancellarli, oppure dimostrare che sono ancora necessari o pertinenti. Il cittadino sarà anche informato meglio in caso di intrusione nei dati che lo riguardano. Il diritto alla portabilità dei dati agevolerà il trasferimento dei dati personali da un prestatore di servizi all’altro;
- Sul suolo europeo, norme europee – Le stesse norme si applicheranno a tutti, anche alle imprese extraeuropee che offrono servizi nell’UE;
- Più poteri alle autorità nazionali indipendenti di protezione dei dati – Queste autorità saranno potenziate per permettere loro di assicurare l’effettiva attuazione delle regole e potranno comminare alle imprese che violano le norme dell’Unione in materia di protezione dei dati sanzioni pecuniarie consistenti nel pagamento di somme fino a 1 milione di euro o pari persino al 2% del fatturato mondiale annuo;
- Sportello unico – Le norme istituiranno uno “sportello unico” per imprese e cittadini: il fatto di dover interagire con un’unica autorità di controllo (anziché 28) faciliterà e renderà meno costoso per le imprese operare in tutta l’Ue; i cittadini dovranno interagire solo con l’autorità nazionale di protezione dei dati del proprio paese, nella propria lingua, anche se i dati personali che li riguardano sono trattati altrove.
Fonte
- Il ruolo del fattore H (Human) nel contesto della Cybersecurity - 20 Dicembre 2019
- Un processo OPSEC per proteggere le informazioni critiche - 9 Dicembre 2019
- I rischi di sicurezza delle APP mobile - 20 Gennaio 2017