L’avvento delle nuove tecnologie ha avuto delle ripercussioni nell’ambito della gestione dei conflitti portando alla elaborazione di nuove e più complesse strategie di guerra che oggi assumono caratteristiche del tutto innovative rispetto al passato; proprio per questo sono sorti diversi interrogativi circa la natura di strumenti (cyber weapons) e dei concetti che da essi derivano (cyber war, cyber operations, cyber defence, cyber strategy).
Conseguentemente, il prodotto dell’evoluzione tecnologica applicato ai conflitti si interseca con una architettura normativa che deve essere in grado di disciplinare la sicurezza internazionale e i conflitti armati.
Tra le caratteristiche del diritto internazionale vi è quella appunto di regolare i rapporti interstatali, creando cioè diritti ed obblighi per i soggetti interessati e le attività che si sviluppano nella dimensione cyber sono così complesse da condizionare, al tempo stesso, sia il funzionamento interno che i rapporti tra detti Paesi.
La pubblicazione “The Tallinn Manual on the International Law Applicable to Cyber Warfare” nel 2013 ha sicuramente contribuito ad evidenziare l’importanza della correlazione tra il diritto internazionale e concetti quali cyber war 2 e cyber warfare.
Concepito da un gruppo di accademici sotto la guida del professor Michael N. Schmitt 4 , il manuale è stato sin dalle prime fasi indicato come uno dei più importanti documenti di riferimento giuridico sulla cyberwar, sicuramente utile a chiarire alcuni aspetti applicativi.
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