Big Data: utilizzo e opportunità

I Big Data costituiscono una valida opportunità per il perseguimento di nuovi e vincenti business models sotto un triplice profilo:

  • dal punto di vista del business, i Big Data consentono di orientare le strategie imprenditoriali, così da ingenerare un significativo vantaggio competitivo rispetto ai tradizionali modelli;
  • la tecnologia assume in tale contesto un ruolo dirimente: la dimensione e la complessità dei dati richiede l’implementazione di tecnologie adeguate, capaci di trarne valore utile;
  • l’impatto economico – finanziario è cruciale: la quantificazione dell’impatto economico derivante dall’utilizzo dei dati deve tener conto tanto dei fattori di costo derivanti dall’investimento iniziale e dai costi ricorrenti – ad esempio per le apparecchiature informatiche -, quanto dei suddetti vantaggi economici scaturenti dall’impiego dei dati nei processi decisionali[1]. In tal caso, il ROI (Return On Investments) ben potrebbe rappresentare uno degli indici di valutazione.

 

Perché investire in Big Data?

Investire in Big Data comporta significative agevolazioni fiscali, specialmente in termini di credito di imposta.

Per credito d’imposta si intende qualsiasi credito che il contribuente vanta nei confronti delle casse dell’erario dello Stato. Qualora si verificasse questa situazione detto credito può essere utilizzato:

  • per compensare eventuali debiti;
  • per il pagamento delle imposte dovute;
  • per i casi ammessi dalla legge, può essere oggetto di rimborso.

 

Per essere competitive le imprese italiane devono adeguarsi alle innovazioni, nella consapevolezza che al di là del contributo significativo apportato dalle tecnologie e dai relativi processi, il fattore umano rappresenta una risorsa fisica imprescindibile.

I lavoratori giocano dunque un ruolo altrettanto fondamentale, attraverso le loro competenze. Ne consegue l’essenzialità della loro formazione, soprattutto nel settore Industria 4.0.

Tale misura agevolativa intende stimolare le imprese italiane alla formazione dei propri dipendenti, per sviluppare le loro competenze strategiche necessarie per aumentare la loro competitività sul mercato.

 

 

Big Data e Legge di Bilancio

 Tali vantaggi sono confermati dalla Legge di Bilancio 2018 (in corso di approvazione), che prevede un credito d’imposta per le spese di formazione Industria 4.0:

  1. pari al 50 per cento del costo del personale dipendente impegnato nei corsi di formazione in determinati ambiti e su particolari tecnologie;
  2. purché l’impresa abbia complessivamente sostenuto un numero di ore di formazione nell’anno in corso superiore alla media delle ore di formazione sostenute nel triennio 2015-2017;
  3. l’importo massimo concedibile per impresa beneficiaria è pari a euro 300.000 per periodo d’imposta.

Il comma 3 dell’articolo 8 del ddl presentato specifica che “Sono ammissibili al credito d’imposta solo le attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 quali big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali, applicate negli ambiti elencati nell’Allegato 1″.

Le attività di formazione ammesse sono dunque solo quelle svolte per acquisire e consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0.

 

 

Quali sono gli ambiti applicativi?

 

  1. Ambito oggettivo

La norma copre le attività di formazione ad ampio raggio, prevedendo tre ambiti di applicazione:

– Vendita e Marketing

– Informatica

– Tecniche e tecnologie di produzione

 

Il beneficio è subordinato alla condizione che le attività di formazione siano pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali.

Sono escluse le attività di formazione ordinaria o periodica che l’impresa organizza per conformarsi alla normativa vigente in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, di protezione dell’ambiente e ad ogni altra normativa obbligatoria in materia di formazione. In caso di indebita fruizione accertata dall’Agenzia delle Entrate, questa provvede al recupero del relativo importo, maggiorato di interessi e sanzioni secondo legge

 

 

 

  1. Ambito soggettivo

 

La Legge sottolinea che credito d’imposta è fruibile dalle imprese che, indipendentemente dalla loro forma giuridica, dal settore economico in cui operano nonché dal regime contabile adottato, effettuino spese in attività di formazione per il periodo 2018-2020.

 

A seguito della approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2018, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e del Ministero Economia e Finanze, saranno adottate entro 90 giorni le disposizioni applicative necessarie:

  • relative alla misura, alle modalità di verifica e al controllo dell’effettività delle spese sostenute;
  • le cause di decadenza e revoca del beneficio;
  • le modalità di restituzione del credito d’imposta di cui l’impresa ha fruito indebitamente.

 

 

[1] Si pensi ad esempio all’analisi dei guasti in un sistema industriale: in tal modo si potrebbero prevenire in futuro situazioni di anomalia, che potrebbero evitare potenzialmente anche i fermi dell’impianto. Sul punto cfr. A. Rezzani, Big Data. Architettura, tecnologie e metodi per l’utilizzo di grandi basi di dati, Maggioli editore 2015, p. 37.

Alessia Palladino