Con provvedimento del 16 Aprile 2014 del responsabile per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della Giustizia, sono state emanate le nuove specifiche tecniche previste dall’art. 34, comma 1 del D.M. 21 febbraio 2011, n. 44 (Regolamento concernente le regole tecniche del Processo Civile Telematico).
Tra le novità del nuovo regolamento, che sostituisce l’analogo provvedimento del 18 luglio 2011, la possibilità di utilizzare la firma digitale PAdES, e non più solamente la firma CAdES, per la formazione dei documenti informatici da depositare nell’ambito del processo civile telematico (PCT).
La firma digitale CAdES (CMS Advanced Electronic Signatures) genera un file con estensione “.p7m”, e consiste nella creazione di una busta crittografica che contiene al suo interno il documento originale, l’evidenza informatica (algoritmo di Hash) e i certificati del firmatario e dell’ente certificatore.
La tecnologia di tale sistema di firma consente di apporre più firme sullo stesso documento, a condizione però che questo non sia modificato. Ogni modifica del documento, infatti, andrebbe a generare un errore nel momento in cui la firma stessa dovrà essere verificata. Ciò è dovuto al fatto che all’interno della busta crittografica è contenuta una sola versione del documento originale, che il sistema utilizza per verificare l’integrità della firma digitale e, quindi, del documento.
La firma digitale PAdES (PDF Advanced Electronic Signatures) genera un file di estensione “.pdf” e, contrariamente alla prima tipologia di firma, consente di gestire più versioni, anche diverse, dello stesso documento. La busta crittografica generata con la firma PAdES contiene, infatti, il documento originale e ogni versione modificata successiva del documento stesso, con le relative evidenze informatiche e certificati. Ciò consente di apportare modifiche al documento (come l’inserimento di una segnatura di protocollo o di una annotazione) dopo che questo è stato sottoscritto, senza invalidare la firma apposta sul documento modificato. La struttura PAdES contiene tante versioni del documento quante sono le modifiche in esso apportate, e per ogni versione l’evidenza informatica corrispondente, oltre ai certificati di firma del firmatario e dell’ente certificatore; ciò consente al sistema, nonostante le intervenute modifiche, di verificare l’integrità del documento con successo.
Un altro aspetto di non poco conto per gli utenti del PCT, è la praticità e la facilità di gestione del documento firmato con firma PAdES. Tale formato, infatti, non necessita di software particolari per la sua lettura (come nel caso dei file “.p7m” nella firma CAdES), ma richiede un comune software reader per questo tipo di formato (come Adobe Acrobat Reader, Foxit Reader, e così via), molto diffusi e liberamente scaricabili dalla rete. Infine, il formato .pdf consente l’apertura del documento senza dover prima procedere all’estrazione del documento dalla busta crittografica (come nel caso dei file .p7m), con conseguente rapidità e praticità nell’apertura e nella lettura del documento.
firma digitale / processo civile telematico / deposito telematico
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